Questo pezzo voglio interamente dedicarlo alle donne che in questo raduno hanno fatto la differenza. Cinque Fratelle (non sorelle proprio fratelle!) alquanto temerarie, hanno affrontato una vera e propria bufera di pioggia, vento, grandine, tappeto di foglie di castagno su strada non propriamente facile, buche piene di acqua piovana, rami di alberi lungo il percorso, nebbia, rospi, cinghiali e… buio, buio pesto, nel vero senso della parola. Niente visiera sui caschi, niente occhiali da vista per chi li porta, tutto completamente appannato dall’umidità e dal respiro affannoso di ognuna di noi, nell’affrontare uno dei raduni più difficili della mia vita da motociclista.
Alessandra e Simona del Vicenza Chapter, Francesca Roberta e la sottoscritta del Forvm Roma Chapter. Un gemellaggio, tra i due gruppi, che dura da ormai 8 anni e, una volta l’anno, ci si incontra ad ottobre per fortificare ancor più l’amicizia, il rispetto e la conoscenza dei nuovi partecipanti. Quest’anno l’organizzazione spettava a noi del Forvm, e Sboing ha curato tutti i particolari. Sulla strada, alla testa del gruppo, lui, insieme al Cipolla e subito dopo le Fratelle in formazione. Venerdì primo pomeriggio inizia l’avventura, ci incontriamo a Fabro con i fratelli del Vicenza ed insieme, tutti belli rombanti, arriviamo a Città della Pieve per una sosta aperitivo, che era a mio avviso una bella cena. La location dal nome Certe notti, e un paio di prosecchi, inaugurano questa avventura. Partiamo alle 20,00 per il vero raduno. Ci vestiamo con tutti gli indumenti antipioggia possibili e ci copriamo con una bella dose di adrenalina, per affrontare il viaggio notturno. La mia di adrenalina era visibile e percepibile già da una settimana prima… ma questo è un altro discorso!
Fratelli nella notte è stato il MIO raduno. Con un unico punto di riferimento… me stessa! Si lo so è complicato da spiegare, ero con tanti amici, tutti pronti a coccolarmi, tutti pronti ad assecondare le mie esigenze e me lo hanno dimostrato in tutti i modi! Ma io ho viaggiato sola con me stessa!
Non mi sento più forte, non mi sento migliore dopo aver affrontato la tempesta ma sicuramente mi sento mentalmente più preparata. Ho raggiunto due consapevolezze, la prima è che la mia motorella può fare molto più di quanto pensassi, la seconda, la mia anima ora sa che se non si fa rapire da crisi di panico, dopo ogni tempesta esce sempre il sole!
Poco prima della mezzanotte raggiungiamo il nostro rifugio, il Gatto d’oro (e meno male che non era nero…) sul Monte Amiata, dove restiamo due notti a fare tutto ciò che ci è venuto in mente.
I proprietari hanno lasciato a noi la completa gestione del posto, Oscar, Germano, Bruciato e Simona si sono improvvisati dei veri barman, sperimentando cocktail vintage, caffè e cappuccini, camomille e tisane arrivando a fare quasi mattina tra una risata e l’altra. In qualche modo dovevamo scaricare la tensione accumulata durante la bufera!!! E poi c’è stato il Fernet… “fatto di ricche note amare e di un retrogusto delicatamente speziato: ogni singola componente ha un sapore differente che dà tono deciso al gusto…” questo ci spiegava Roberto Sboing mentre simpaticamente “tracannava” l’ultima goccia!!!
Il sabato finalmente il sole ci ha avvolti in un caldo abbraccio e ci ha accompagnati in una delle cittadine più belle e pittoresche del nostro raduno “made in Tuscany”: Montalcino.
Passeggiata a maniche corte e degustazione del Brunello nella cantina Poggio dell’Aquila, foto di rito e cavalcata in sella per raggiungere il meritato pranzo.
Murlo, in provincia di Siena la località, Agriturismo Tenuta Casabianca la location. 650 ettari di fattoria, in un territorio abitato una volta dagli Etruschi dove boschi e macchia mediterranea costituiscono l’habitat naturale di cinghiali, daini, caprioli, istrici, e poiane e dove i vigneti dipingono dolci colline, è qui che abbiamo mangiato veramente bene! Un gusto fragrante e sapido con giusto equilibrio tra morbidezza e acidità, con finale lungo, il rosato Sangiovese con il quale la sottoscritta ha pasteggiato. Per chi, invece preferisce il gusto morbido ma corposo, è stato servito un Chianti dei Colli Senesi. Le due ragazze biondine e la loro gemella di colore alla griglia, non si sono mai divertite tanto servendo al tavolo l’accoppiata vincente di pazzi scatenati quali il Vicenza e il Forvm.
La serata trascorre con la festa della castagna ad Arcidosso, il paese ai piedi del Monte Amiata. Rientro al Gatto d’oro e ricca cena con i prodotti tipici della Maremma toscana. La domenica mattina salutiamo i fratelli del Vicenza e ci avviciniamo a Roma. Ma non vuoi fermarti a pranzo a gustare il ravaggiolo, le bruschette con l’olio nuovo e le zuppe tipiche della bassa Maremma toscana? “E che se volemo fa parlà dietro?” (cit.) Rientriamo a Roma in serata, con la scritta sul contachilometri che dichiara 820!
I nervi, la tensione e la paura di non farcela hanno messo a dura prova ognuno di noi. Ma per tutti noi: prova superata!!! Molti rospi non ce l’hanno fatta!
Non è da tutti fare un raduno con gli effetti speciali naturali di un cielo veramente incazzato col Monte Amiata!!! Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno incoraggiata, e uno special thanks ai fotografi Marco Bid, Andrea Beverini e Fabio Perotti, che orgogliosamente pubblico in questo pezzo!
Scibel