Forse stavolta non sarò in grado di trasmettervi ciò che ho provato io in questo raduno. Ci provo comunque.
Di per sé il Dannunziano è IL RADUNO… quello al quale non puoi mancare, quello che ti regala la spettacolarità, la magia, il mistero, il fascino.
Ho imparato a conoscere l’Abruzzo diversi anni fa per una scelta subìta (con accezione positiva del termine). L’ho amato fin dal primo momento, ho apprezzato la facilità e la rapidità di raggiungere la celeste costa pur essendo sul Gran Sasso… spiagge infinite e imponenti massicci montuosi così diversi ma così vicini. Ed è questo uno dei motivi principe per il quale torno sempre molto volentieri. E poi c’è il Pescara Chapter, capitanato da Monsieur Vittorio che, con i suoi ragazzi, riesce sempre a stupirci con effetti speciali!
Quest’anno, il raduno, l’ho vissuto in modo particolare, quasi strano, col cuore che a tratti voleva scoppiare dentro la cassa toracica, e probabilmente lo ha fatto.
Soltanto qualche mese fa, forse 7 o 8 i miei pensieri erano altri, lungi da me pensare a come sarebbe stato il prossimo raduno, 7 o 8 mesi fa non avevo moto, non avevo voglia, non avevo intenzione, non avevo idea di come sarebbe stato il futuro prossimo, figurati se immaginavo che il 14 maggio del 22, sarei partita per un rvn e, per giunta, non da sola!
In seconda o terza posizione, ho viaggiato circondata da un inebriante sorriso ebete, che ho potuto nascondere all’interno del mio casco nero, sapendo che forse 30 o 40 moto dietro di me c’era chi, a dispetto delle avversità, vestito della sua solita faccia (lo potrò dì? Avoja, ma chi me ferma a me…) da cazzo, e lo ripeto pure, la sua solita faccia pomposa da cazzo, c’era il mio Angelo. Ancora più pomposo e orgoglioso di essere stato il primo nella storia, a partecipare ad un raduno ufficiale Hog, con la sua ape regina tedesca.
Di questo, vanno i miei più profondi ringraziamenti al Direttore del Forvm, che ha permesso che ciò accadesse. E ringrazio anche i soci del FRC molti dei quali con i lucciconi agli occhi nel vederlo. Grazie ragazzi, sono volti, espressioni che fanno bene al cuore. “Mo però Angelì, levete, scansete, va coll’amici tua a fa le curve tue. E ciaone fino a che, ‘nsia mai, te ricompri l’Harley”.
Apriamo le danze con la musica del Vida Loca, alle spalle della concessionaria ufficiale Harley-Davidson Dolphin Garage sabato appena dopo pranzo. Prime birrette, primi arrosticini e primi abbracci in barba al covid.
Raggiungiamo l’albergo, rigorosamente sulla spiaggia di Montesilvano e subito prova bikini. Parata nel tardo pomeriggio capitanata dalla nostra Gifu nazionale. Doccia veloce e grande serata in maschera.
Il FRC si contraddistingue sempre, a parte il fatto che eravamo 119 soci e già la metà poteva bastare, oltretutto pure mascherati.
Scendono dalle scale del Grand Hotel Adriatico almeno una 40ina di maschere, una più figa dell’altra. Una serie di domatori e domatrici bellissimi. Zi Pietro elegantissimo, Tonino e consorte veramente veramente belli, e ancora Marco e Gea, bravi, grande applauso. Poi una serie di pagliacci che mettono allegria con tutti quei colori, tra i quali spiccavano per originalità (non me ne vogliano tutti gli altri) Oscar e moglie, sapientemente vestiti lui da mimo e lei da pagliaccia con delle scarpe meravigliose.
Ed eccoli la che scendono Aldo Giovanni e Giacomo ah no aspè so Spillo Perotti e Mariani… che poi vabbè, posso capì Perotti e Spillo, ma un avvocato rotariano che interpreta il circo bulgaro non mi era mai capitato. Lui, l’eleganza, la sobrietà, la professione durante la settimana; fantastico e poliedrico trasformista nei weekend col FRC. Si sa divertire e fa divertire. Grande Lu. Chapeau.
Può esistere un circo senza animali? Ma anche no, e si passa dal ruggito di una bellissima e giovanissima leonessa che la madre tenta di domare ma neanche col suo bellissimo costume da domatrice riesce a farlo, di chi parlo? Eddai su, Rebecca e mamma Gifu. Belle belle belle.
E del leone gonfiato con un altoparlante bluetooth in tasca che con un app del cellulare riproduce il ruggito? Vogliamo parlare del personaggio all’interno del leone? Non vojo fa nomi sennò me becco una denuncia dalla Microsoft. E la donna barbuta? E l’uomo forzuto?
E poi scende lei, la leggiadra, soave e sensualissima farfalla illuminata. Diciamocelo sotto voce, ce l’abbiamo solo noi… e ancora più sottovoce, quasi sussurrando… Annarè se non hai cuccato quella sera non cucchi più. Eri bellissima!
Lo spettacolo circense inizia, personalmente ho avuto l’onore di cenare con ben due bulgari e mi sono goduta tutto il dietro le quinte. Miliardi di foto, video e quant’altro circola sul web da qualche giorno, tanto che il rotariano è dovuto emigrare al sud. Complimenti a funamboli, giocolieri e a tutta l’animazione ingaggiata dagli organizzatori. La serata continua sulla spiaggia del nostro albergo con la classica spaghettata di mezzanotte… se vabbè delle 3 di notte. Canti e balli fino alle 4. Della serie la sera leoni, la mattina… E la mattina bottone 10.30 per un giretto con pranzo annesso e ritorno a Roma. Io e il mio Angelo (de nome e de fatto), abbiamo deciso di passare per Teramo, per ricordare alcuni momenti trascorsi insieme negli anni passati. E da Teramo non vuoi andare a vedere come regge la strada la mia Street Bob a Prati di Tivo? No ma poi non ti fai il passo delle Capannelle che collega Teramo a l’Aquila? Io davanti e lui catturato perfettamente all’interno del mio specchietto retrovisore che ha dipinto di nero e giallo, curva dopo curva, sguardo dopo sguardo, battito dopo battito. E vi assicuro che l’emozione di vederlo in moto, in un raduno insieme, dopo novembre 2020 mese e anno in cui tutto sembrava essersi fermato, è una sensazione che non riesco proprio a raccontarvi. Poi la moto po’ esse ‘na Ducati, ‘n Ktm, ‘na Yamaha, n’Harley o la regina delle moto, tipo che ne so ‘na BMW per esempio. Ma lui è lui, sempre lui, l’Angelo di sempre! W il Dannunziano 2022.
Scibel
Foto di Donatella, prese dalla chat